All’inizio potevo anch’io, spensierato, far correre un soffio d’aria fra le dita della mano aperta e attraverso guardarvi il mondo: solo ora, provando a serrare il pugno, mi accorgo che una certa pressione insorge ad impedire il contatto fra palmo e dita.
È come afferrare un’invisibile eppur solida maniglia d’un materiale etereo di cui perfino i filosofi — non dico gli scienziati — nulla sanno.
Basta un attimo: un violento strattone e la realtà vola via come un sipario.