Io e dico io per fede nel
magico artifizio unità-psichica
m'affaccio alla finestra e vedo il mondo
e quel che vedo più non è ma è quel che penso
e così penso e sento dentro
e sembro me a me stesso terso vetro
che s'apre a tradimento sul mio centro
ad altri io finestra per chi guarda.
nel giardino dei sentieri che si biforcano
gli arcani dei tarocchi sono sono chiavi di lettura, molteplici percorsi che puoi seguire per attraversare un intreccio di diverse opere poetiche
Geo logica
Gonfia la testa di pensieri vani
il corpo eroso d’iterati affanni
il cuore secco come s’abbia arso al sole:
quello son io, pinnacolo scolpito
nel deserto dagli agenti naturali:
il tronco asciutto, friabile d’antichi
strati polverosi rosicchiati
e roccia dura in cima a far cappello.
Ad evitare il crollo minacciato
ritengo il fiato in labile equilibrio.
E temo soffio zefiro starnuto
bava di vento volo di farfalla
battito d’ali flebile sospiro
debole sussurro
che pur solo mi sfiori.
il corpo eroso d’iterati affanni
il cuore secco come s’abbia arso al sole:
quello son io, pinnacolo scolpito
nel deserto dagli agenti naturali:
il tronco asciutto, friabile d’antichi
strati polverosi rosicchiati
e roccia dura in cima a far cappello.
Ad evitare il crollo minacciato
ritengo il fiato in labile equilibrio.
E temo soffio zefiro starnuto
bava di vento volo di farfalla
battito d’ali flebile sospiro
debole sussurro
che pur solo mi sfiori.
Tent'azioni
Mi scopro ogn’ora diverso
e ogn’ora più uguale al passato.
Di tanto apparente vagare
ben poco è restato:
alcune letture, sentori
di vizi e di droghe, di labili
gioie sparite in volute di fumo,
angosce e paure a stento sopite,
nell’animo eterno scontento.
Spesso, la noia di vivere ho incontrato:
era un giorno di festa inconcludente,
era una sera attesa andata in fumo,
era la smania di combinare il mondo
ad ogni costo. E non riusciva niente.
Vano, mi dico, fuggire
altrove tentare un'altra vita di rifarmi:
potessi seminarmi, allora forse.
Inutili rincorse, falsi all'armi:
s'inchiodi il mio volere al suo dovere:
la pianti di tentarmi finalmente.
e ogn’ora più uguale al passato.
Di tanto apparente vagare
ben poco è restato:
alcune letture, sentori
di vizi e di droghe, di labili
gioie sparite in volute di fumo,
angosce e paure a stento sopite,
nell’animo eterno scontento.
Spesso, la noia di vivere ho incontrato:
era un giorno di festa inconcludente,
era una sera attesa andata in fumo,
era la smania di combinare il mondo
ad ogni costo. E non riusciva niente.
Vano, mi dico, fuggire
altrove tentare un'altra vita di rifarmi:
potessi seminarmi, allora forse.
Inutili rincorse, falsi all'armi:
s'inchiodi il mio volere al suo dovere:
la pianti di tentarmi finalmente.
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