nel giardino dei sentieri che si biforcano

gli arcani dei tarocchi sono sono chiavi di lettura, molteplici percorsi che puoi seguire per attraversare un intreccio di diverse opere poetiche


Perfezione

Rapito dalla
derivabile bellezza
dell’iperbole che tange
asintoticamente
il fine del suo infinito corso
m’illudo
che solo avessi tempo anch’io potrei
sicuramente attingere la
perfezione.

Riflettere, ma non troppo

Non rimandarmi, specchio, l’immagine
del volto imbelle di là riflesso:
salta l’ostacolo e mira soltanto
a ciò che sta dietro, come d’incanto.

Non ricordarmi specchio
il fluire della mia vita sgrammaticato:
fiume fangoso e devastato che volge
in anse senza capire.

Se davvero non devo capire vorrei
non capire fino in fondo: meglio
una vita di sensazioni
che non si chiede troppe ragioni:
meglio una bestia, un essere immondo
che non sa piangere né gioire,
non sa di vivere né di morire.

Meglio l'oscuro istinto vitale
che scuote le membra dell’animale
che salta l’ostacolo e mira
soltanto a ciò che sta dietro
come d’incanto.

Pensare di corpo

a – S’intende l’azione che punta dritto
al valore ludico delle cose:
l’impulso veloce che senza indugio scatta
ed elude l’intreccio mentale?

b – Ascoltami, è quando la voluttà prorompe
pura e sospinge la vita che va di slancio;
è attraversare l’orrore del tempo armati
di sensazioni; è spasimo di membra,
pensare di corpo, movimento,
piacere stolto dell'assetato, fame …

a – Spiacente, non sai vedere oltre
l’inganno di forme vane, diafane
trame ordite di sogno.

b – … è l’uomo che va nella notte fulgida e immane.

Cattivo... di me stesso

E poi essere semplice e quasi
idiota, comun demente,
siccome il buon Tartufo d'ogni tempo;
acqua che corre, nembo, sasso
lisciato da onda e onda non sente.

A che serve il corpo, questa mente che è?
Non so. Io, per me, carisma avrei
voluto, voluttà, falotico mistero.
Ed eccomi qui, ora, vino sincero e fiasco
cattivo di un idiota intelligente.